Elì... luglio 2015 ...D. C.   

     LA UFFICIALIZZAZIONE E RAPINA DELLA FUSIONE FREDDA

    Oggi tutti stanno tornando sui propri passi, confessando maldestramente gli errori e il fatto che si sono venduti al mondo del malaffare. Ma, questo dimostra solo che molta parte del mondo accademico Italiano ed internazionale è fortemente colluso con gli interessi dei gruppi multinazionali deviati, e così pure i governi che si sono succeduti negli ultimi decenni.

                            Parla Giuliano Preparata sulla fusione fredda 24/09/1997

                 Bacchetta gli scienziati stupidi di tutto il pianeta e l'inutile dogmatismo scientifico.
 La nostra società, della verità non si interessa più. La fusione fredda è una realtà, aldilà di ogni ragionevole dubbio. Siamo stati boicottati dalla scienza ufficiale, in modo tenace ed insensato, dalla finanza internazionale e da tutti i poteri forti.....
- Come ognuno può vedere la Fusione fredda era dimostrata e perfettamente realizzabile già 15 anni fa. - Ancora ad oggi  << 2012 >>  la popolazione mondiale non ne beneficia. - a che gioco stiamo giocando ?

Oggi siamo nel 2015 e molti governi ancora continuano a trattare le persone come comuni idioti.

La fusione fredda è stata definita la sorgente di energia ideale: infatti, non produce inquinamento; il combustibile è inesauribile; è migliaia di volte più economico delle altre convenzionali forme di energia; ed è una forma di energia compatta, ovvero possiede una elevata densità sia di potenza che di energia, che sembra essere circa milioni di volte maggiore rispetto all’olio combustibile, al carbone o agli altri combustibili chimici; una singola piccola carica di acqua pesante come combustibile durerà per decenni. La densità di potenza è tanto quanto il cuore di un reattore a fissione di uranio, ma la fissione richiede gigantesche e pesanti opere di schermatura e reattori centralizzati, mentre i motori a fusione fredda saranno piccoli e simili ai motori a combustione interna a gasolio.

La fusione fredda è un processo di sintesi nucleare che avviene alle normali condizioni ambientali di temperatura e pressione in presenza di adatti catalizzatori. In particolare, è stata così definita la reazione tra due nuclei di deuterio (isotopo dell'idrogeno) che fondendosi all'interno di un reticolo di un metallo nobile (prevalentemente palladio) danno origine a energia termica, elio-4, ed altri prodotti nucleari.

Il primo annuncio dell'ottenimento di una tale reazione fu dato nel 1989 da Martin Fleischmann e Stanley Pons

  

(che ebbero l'onore della copertina di Time), secondo i quali era possibile ricavare energia pulita ed a basso costo da una fusione nucleare ottenuta 'a freddo' con semplicissimi mezzi elettrochimici.
Le grandi aspettative suscitate dalla notizia furono ben presto smorzate da due enormi ostacoli: il primo era la difficile riproducibilità della reazione, il secondo era che alla luce delle conoscenze dell'epoca un simile fenomeno non era comprensibile. 
Dopo le prime ondate di entusiasmo, l'interesse per la fusione fredda andò scemando, e addirittura negli anni successivi la ricerca fu abbandonata quasi completamente.

Energia del Futuro
Scienza e Fisica Quantistica


La fusione fredda, com'è nata e cos'è

Massimo Teodorani

Un evento inconsueto e che poteva rivoluzionare la fisica e la chimica si presentò nel 1989, quando due elettrochimici, l’inglese Martin Fleischman (1928, tuttore vivente) e l’americano Stanley Pons (1943, tuttora vivente), annunciarono al mondo intero la produzione di “fusione fredda”, ovvero una reazione in grado di fondere a temperatura ambiente tra loro due nuclei di un elemento leggero per formare un elemento più pesante. Si trattava di un evento incredibile, perché così si era in grado di ottenere lo stesso risultato che poteva essere raggiunto solo con milioni di gradi. Fleischman e Pons asserivano invece di esserci riusciti a temperature molto basse. Il fenomeno che si verificò è tecnicamente noto come “fusione nucleare a bassa energia”.

Il metodo che i due ricercatori impiegarono consisteva nella seguente procedura. Si prendevano due elettrodi costituiti da una barra di Platino e un filamento di Palladio e poi venivano messi in soluzione elettrolitica contenente acqua pesante – ovvero una soluzione in cui il normale Idrogeno dell’acqua e sostituito dal suo ipotopo Deuterio – all’interno di un contenitore di vetro isolato dall’esterno (quella che viene definita una “cella elettrochimica”). In seguito veniva fatta passare elettricità al sistema, in maniera tale da determinare la migrazione degli ioni in soluzione da un elettrodo all’altro (un fenomeno conosciutissimo e molto utilizzato in elettrochimica). Quello che si osservava era che il Deuterio si accumulava in gran quantità sul Palladio, il quale funzionava come una specie di spugna molto porosa. Ma che cosa era successo esattamente? Era avvenuto che all’interno del Palladio gli atomi di Deuterio si erano accumulati in spazi sempre più ristretti all’interno del suo reticolo cristallino, in maniera che così gli atomi erano obbligati a essere sempre più vicini tando da – violando tutti i meccanismi conosciuti di fisica nucleare – fondersi tra di loro, generando come reazione di questa stranissima fusione, calore sotto forma di raggi Gamma e la sintesi di atomi di Elio. E tutto questo utilizzando un processo quasi prosaico come l’elettrolisi, e certe proprietà – evidentemente non completamente conosciute a livello di fisica della materia condensata – del Palladio. Infatti venivano utilizzate le strane proprietà che ha il Palladio nei confronti dell’Idrogeno e dei suoi isotopi. Ma l’Elio era il risultato della fusione degli atomi di Deuterio! In sostanza si tratta dello stesso identico risultato che si ottiene ogni secondo all’interno del Sole. Con la differenza che nella nostra stella per ottenere nuclei di Elio occorre una temperatura di molti milioni di gradi. Chiaramente, seppur basandosi su un meccanismo di confinamento chimico, la reazione che si osserva non poteva rientrare all’interno di nessuna reazione chimica nota, dal momento che in nessuna di esse l’Idrogeno viene trasmutato in Elio e con generazione di neutroni e raggi Gamma. Nel caso della fusione fredda, l’evidenza più importante è l’energia del calore in eccedenza che viene liberato dalla cella elettrochimica. Quello che succede è che viene liberato molto più calore di quello che viene prodotto dall’energia elettrica che alimenta la cella passando attraverso gli elettrodi. Se l’esperimento viene effettuato in condizioni corrette è possibile ottenere di norma 10 volte più potenza in calore rispetto alla potenza in ingresso.

L’annuncio di Fleischman e Pons scatenò un’esplosione di polemiche tra i fisici, alcuni dei quali accusarono i due elettrochimici di essere dei millantatori, di aver effettuato l’esperimento in maniera scorretta e di aver dato un annuncio prematuro al mondo prima che la cosa potesse essere verificata in maniera consensuale dalla comunità mondiale. Questi scienziati avevano senz’altro avuto molta fretta, ma di tutto potevano essere tacciati fuorché di millanteria.
Negli anni successivi un po’ in tutto il mondo sono stati ripetuti gli esperimenti sulla fusione fredda e, per quanto sia ancora difficile riprodurre sempre le stesse condizioni, in buona parte di essi sono stati confermati i risultati di Fleischman e Pons. Con il tempo sono stati utilizzati metodi tra i più svariati per ottenere lo stesso effetto e ormai è unanimemente riconosciuto che il fenomeno non solo avviene realmente, ma anche e soprattutto che questo sistema può fornire energia assolutamente pulita in enormi quantità senza alcun rischio di emissione di radiazioni (se non in quantità minime).

Tratto dal libro di Massimo Teodorani "L'atomo e le particelle elementari" (Macro Edizioni, 2007).

In Italia però, un gruppo di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, chiamato “il gruppo di Milano”, riuniti attorno ai fisici Giuliano Preparata ed Emilio del Giudice, scoprì che il fenomeno della fusione fredda poteva venir compreso se visto alla luce della nascente teoria dell'elettrodinamica quantistica (QED).

Il gruppo di Milano, assieme ai ricercatori dell'Enea di Frascati, riuscì ad ottenere una fusione fredda finalmente perfettamente riproducibile. 06 novembre 2002

Giuliano Preparata

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Frequenta il Liceo classico Umberto I di Roma, e si laurea a Roma in Fisica Teorica, summa cum laude, relatore Raoul Gatto, nel 1964. L'anno successivo è a Firenze, borsista CNR, poi professore incaricato di Fisica dei neutroni. Dal 1967 al 1972 insegna nelle più prestigiose università americane quali Princeton, Harvard, Rockefeller, New York University. Consegue la libera docenza in Fisica Teorica, nel 1969; vince il concorso a cattedra di Fisica Teorica nel 1975. Dal 1974 al 1980 è Staff Member nella Theory Division del CERN di Ginevra.

Giuliano Preparata ha dedicato gran parte della sua attività scientifica alla fisica delle alte energie portando rilevanti contributi alla costruzione del Modello Standard, la nuova sintesi delle interazioni subnucleari. In particolare ha chiarito la natura di campo quantistico di Dirac del Quark, premessa fondamentale della unificazione elettrodebole, e ha proposto una soluzione al problema cruciale del confinamento del colore nell'ambito della Cromodinamica quantistica (QCD).

Dal 1987 ha rivolto la sua attenzione anche ai problemi della materia condensata e alla fisica nucleare nel quadro della teoria quantistica dei campi, scoprendo nuove soluzioni coerenti della QED in sistemi abbastanza densi e abbastanza freddi. Ciò gli ha permesso di affrontare problemi vecchi, come la teoria dell'acqua liquida, e nuovi, come quello della fusione fredda, da un'ottica completamente nuova che appare molto promettente.

Ha inoltre sviluppato con Cecilia Saccone, Ordinario di Biologia Molecolare all'Università di Bari, un modello markoviano di evoluzione molecolare che ha ricevuto notevole attenzione da parte della comunità scientifica internazionale.

Ha pubblicato circa 400 lavori nei seguenti campi: fisica subnucleare, fisica nucleare, fisica del laser, superconduttività, superfluidità, acqua liquida e solida, materia condensata (vetri, colloidi, elettroliti, ecc.), fisica delle stelle di neutroni, astrofisica dei GRB (Gamma ray burst), fusione fredda. Si è inoltre interessato alle proprietà dei campi elettromagnetici dell'acqua, in una serie di lavori sperimentali poi ripresi nel 2009 dal Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier.

di: Carlo Mancini - Dec• 09•10

Giuliano Preparata è a tutt’oggi un fisico poco conosciuto, benché fin dai suoi primi anni universitari in molti già scommettevano su una sua fiorente carriera scientifica. Nel suo periodo di formazione brucia infatti tutte le tappe: si laurea con un grande fisico teorico italiano, Raoul Gatto, e come racconta nel suo libro “Dai quark ai cristalli” [1] già dopo un mese e mezzo dal loro primo incontro risolve un problema degno di pubblicazione e praticamente finisce la tesi. Anche la sua carriera accademica successiva procede a tappe forzate: dopo la laurea pubblica più di quindici articoli scientifici l’anno e dopo due anni, all’età di venticinque, è chiamato a Princeton come research associate. Si butta con passione nella ricerca in quel campo della fisica che durante gli anni ’60 e ’70 attraversa un periodo d’oro, quello che tratta direttamente i costituenti ultimi della materia: la fisica delle particelle.

Giuliano Preparata con Emilio Del Giudice

1. Giuliano Preparata (in primo piano) con Emilio Del Giudice (sullo sfondo). Da membri.miglioriamo.it.

Già a trent’anni è uno scienziato molto stimato nel suo campo, ma gli scontri con molti colleghi fanno ben presto scendere le sue quotazioni nell’ambito della comunità scientifica. Propone teorie alternative a quelle che iniziano a prendere piede nella maggioranza della comunità scientifica e a queste ultime si oppone con forza, con veemenza, con la stessa passione, quasi ossessione come viene spesso ricordato, che guida tutta la sua ricerca scientifica. Nonostante abbia contribuito notevolmente alla costruzione del Modello Standard, la teoria comunemente accettata dalla comunità scientifica per descrivere le particelle e le interazioni fondamentali della natura, ne critica aspramente alcune incongruenze fino a considerarlo un approccio utile tutt’al più a salvare i fenomeni, più che ad avvicinarsi a una comprensione ultima della Natura, a quella che nella sua visione profondamente realista del mondo si può chiamare la verità.

A partire dal Modello Standard i suoi interessi cambiano con gli anni: una volta considerata conclusa la comprensione dei mattoncini della materia, inizia a lavorare per ricostruirla nella sua interezza. Anche in questo campo della fisica, che generalmente viene chiamato della Materia Condensata, apporta notevoli elementi di assoluta originalità, utilizzando gli strumenti acquisiti durante il suo studio delle interazioni e particelle fondamentali per descrivere il comportamento delle molte particelle che compongono la materia che osserviamo.

La fine della sua carriera scientifica è strettamente legata a una vicenda che negli anni ’80 ha avuto un forte impatto sulla ricerca scientifica internazionale: quella della fusione fredda, la promessa/illusione di un futuro dove la produzione di energia è di fatto infinita e a costo quasi nullo. Anche in questa controversa vicenda si butta con grande passione, provocando ancora una volta grandi attriti con molti colleghi a causa del suo carattere difficile e il suo definitivo isolamento dalla comunità scientifica.

Un personaggio “difficile”

Già da una così breve panoramica appare chiaro come non sia certo semplice riuscire a inquadrare oggettivamente quanto di quello che Giuliano Preparata racconta o che viene raccontato su Giuliano Preparata corrisponda al vero. Si va dalle posizioni più nette, quelle di chi lo considera un genio, l’unico depositario di una comprensione profonda della natura, a quelle di chi lo giudica solo un arrogante presuntuoso. Tra i due estremi rimane comunque un personaggio dal carattere difficile, ma con una sincera passione per la fisica, e rimangono molti lavori originali, soprattutto in fisica delle particelle e nella fisica dei laser, che sono unanimamente riconosciuti come importanti.

A dieci anni dalla morte di Giuliano Preparata, avvenuta il 24 Aprile del 2000, vogliamo quindi ricordare questa sua peculiare carriera scientifica attraverso le testimonianze di quanti hanno collaborato o si sono confrontati con lui, proponendo una serie di interviste che offrono uno spaccato completo dei suoi numerosi interessi scientifici. Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire un quadro storico-cronologico degli interessi di Preparata, come ausilio necessario alla lettura e all’ascolto delle interviste integrali e degli altri materiali liberamente consultabili on-line . Sono state realizzate anche due videointerviste con Guido Altarelli, incentrata sui primi anni della vita di Giuliano e il suo lavoro in fisica delle particelle, e con Antonella De Ninno, collaboratrice di Preparata negli ultimi anni della sua vita riguardante la vicenda della fusione fredda. Nella pagine che seguono entreremo più in dettaglio nei meandri delle sue scoperte e teorie scientifiche, cercando di mantenere il più possibile un approccio non specialistico accessibile a tutti, anche se alcuni passaggi richiederanno un minimo di approfondimento per essere compresi appieno. In questi casi abbiamo inserito link utili per orientarsi, così da fornire a tutti la possibilità di farsi un’idea del significato generale delle teorie citate.

Il giovane studente

La formazione di Giuliano Preparata (Padova, 1942 – Frascati, 2000) inizia a Roma, dove nel 1960 si iscrive alla facoltà di fisica della Sapienza, stimolato dal fratello Franco, ingegnere, e da un compagno di studi d’eccezione, Nicola Cabibbo. Il lavoro di tesi lo svolge a Firenze con Raoul Gatto, che poco più che trentenne è già considerato un fisico teorico di punta. Per dare un’idea dell’impatto che la scuola di Gatto ha avuto sulla fisica teorica italiana basti ricordare i nomi di alcuni dei suoi allievi, contemporanei di Preparata: Guido Altarelli e Luciano Maiani (oggi direttore del CNR), già compagni di Giuliano alla Sapienza, e Gabriele Veneziano (tra i padri fondatori della teoria delle stringhe).

Foto aerea dell'Alternating Gradient Synchrotron

2. Foto aerea dell'Alternating Gradient Synchrotron (1968). Dal '60 al '68 l'AGS è stato l'acceleratore di protoni più potente del mondo. Oggi è usato come iniettore per l'acceleratore di ioni pesanti relativistici di Brookhaven. Da flickr.com.

Il lavoro svolto a Firenze tra il 1965 e il 1967, prevalentemente in collaborazione con Maiani e Gatto, è intensissimo e porta alla pubblicazione di decine di articoli nell’ambito della fisica delle alte energie, quella in cui si studiano le interazioni e le particelle fondamentali. Il contesto storico in cui si sviluppano questi studi è fervido: da una parte vi è una grande mole di dati dai primi grandi esperimenti ad alte energie del CERN in Europa (con il protosincrotone) e del Brookhaven Laboratory negli Stati Uniti (con l’Alternating Gradient Synchrotronmostrato nella Figura 2); dall’altra vi è la necessità di collocare questi risultati in un ambito teorico fondamentale. In quei primi anni ’60 sta emergendo rapidamente un nuovo mondo di particelle e un quadro interpretativo coerente della realtà: il modello a quark di Murray Gell-Mann.

Il periodo americano

È del 1967 la partenza di Giuliano per Princeton, la prestigiosa università dove si trova in visita anche lo stesso Gell-Mann. Negli Stati Uniti esistono in questo momento due scuole principali nella fisica delle alte energie: quella della West Coast, di Geoffrey Chew, basata sull’utilizzo del formalismo della matrice S1, a cui tra gli italiani contribuirono in modo importante Tullio Regge e Veneziano, e quella della East Coast, basata sull’utilizzo della teoria quantistica dei campi. Giuliano si schiera fin dall’inizio con quest’ultima, che risulterà poi quella vincente. È di questo periodo la pubblicazione di un importante articolo con Weisberger sulle divergenze ultraviolette nelle correzioni radiative ai decadimenti deboli [3]. Questo risultato viene ricordato da Luciano Maiani in una lettera di opinione al Nuovo Saggiatore del 12 Febbraio 2009, parlando del contestato premio Nobel 2008, quello attribuito ai soli Kobayashi e Maskawa per un risultato a cui anche Nicola Cabibbo aveva contribuito in modo fondamentale: mancava infine il punto importante della non-rinormalizzazione, che nella Teoria di Cabibbo è garantita nel limite di esatta simmetria SU(3) e che, mi piace ricordare, sarebbe stato risolto nel caso generale diversi anni dopo, da G. Preparata e W. Weisberger. È usuale in letteratura parlare di matrice CKM in onore dei tre fisici che la introdussero: Cabibbo, Kobayashi e Maskawa, appunto.Dopo Princeton, l’esperienza americana di Giuliano prosegue all’università di Harvard, dove ha modo di confrontarsi con il futuro premio Nobel Shaldon Glashow, e poi al fianco di Altarelli alla Rockefeller University diretta da Abraham Pais. Sono anni di intensa attività: pubblica numerosi articoli sul deep inelastic scattering e la fisica adronica.

 

L’esperienza al CERN e la critica alla Cromodinamica Quantistica

Nel 1974, a soli trentadue anni, Giuliano Preparata viene invitato dal CERN di Ginevra a far parte della direzione teorica del Centro. È il momento in cui Giuliano inizia ad assumere posizioni apertamente critiche nei confronti dei suoi colleghi, in particolare riguardo le teorie che trovano maggiore consenso nella comunità, come la teoria quantistica delle interazioni forti2, la cromodinamica quantistica (QCD)3 e il modello detto a partoni, appena proposto da Richard Feynman. Giuliano critica con toni spesso aspramente polemici quello che definisce ilconvenzionalismo dei suoi colleghi, cioè l’adesione quasi acritica a un paradigma, secondo lui basato su ipotesi strumentali, in quanto capace solo di salvare i fenomeni e fornire una teoria meramente predittiva e non esplicativa. Per avere un’idea dei toni polemici e originali di Preparata si può leggere “Un’altra rivoluzione tradita: la fisica dei quanti“.

Memorabile in questo contesto è l’episodio dello scontro di Giuliano con Richard Feynman nell’estate del 1976 durante una conferenza in Alsazia. Per capire il clima di tensione tra i due è sufficiente leggere la poesia di Tomek Ferbelski pubblicata sugli atti ufficiali della conferenza [1]4.

Il fisico americano Richard Feynman

3. Il fisico americano Richard Feynman in una foto di Christopher Sykes. Da caltech.edu.

Father Feynman

‘You are old, Father Feynman’, Preparata declared,
‘and your hair has turned visibly grey;
and yet you keep tossing ideas around.
At your age, a disgraceful display!’
‘In my youth’, said the master, as he shook his long locks,
‘I took a great fancy to sketching;
I drew many diagrams, which most thought profound
while others thought just merely fetching.’
‘Yes, I know’, said the youth, interrupting the sage,
‘that you once were so awfully clever;
but now is the time for quark sausage with chrome
do you think you can last on forever?’
‘In your words, my young fellow’, the crone did retort,
as his face turned perceptibly redder;
‘in your words I detect an impatience, I’m sure,
which makes me decidedly madder’.
‘You are old’, quoth the youth,
in his accented speech,
while eyeing the throne of the Master;
‘let me help you relinquish your sceptre next day.
Or would you prefer that much faster?’
‘No, thanks, Giuliano’, the sage did rebuff,
‘enough of your own brand of sass:
Do you think I can listen all day to such stuff?
Be off. Or I’ll kick-in you ass!’

(Tomek Ferbelski, 1976)

È in questo periodo che Preparata inizia a elaborare i suoi modelli alternativi: dapprima la geometrodinamica dei quark (QGD) [4] e poi la cromodinamica anisotropa (ACD). Molti dettagli su quest’attività sono contenuti nella video-intervista a Guido Altarelli.

Il periodo barese

Conclusa secondo contratto l’esperienza al CERN, Giuliano viene chiamato a ricoprire la cattedra di fisica teorica dell’università di Bari nel 1976. Pur assolvendo compiti didattici e organizzativi a Bari, continua comunque a lavorare anche in Svizzera, dove collabora nel 1984 con Maurizio Consoli sull’applicazione di metodi variazionali in teoria quantistica dei campi. A proposito di questa collaborazione, Consoli ci racconta che il calcolo fatto con Preparata, i cui risultati essenziali sono pubblicati su Physics Letters, rappresenta di gran lunga il conto più complesso che io abbia mai fatto nella mia vita… e ne ho fatti alcuni realmente difficili!. Questo lavoro fornisce nuovi argomenti critici nei confronti della teoria perturbativa in voga allora: l’idea che la differenza di energia tra vuoto fisico e vuoto perturbativo potesse non scalare con la funzione beta perturbativa gli diede un argomento molto forte per dedurre l’inconsistenza dell’usuale interpretazione con il confinamento, visto come conseguenza dello stato di vuoto vero, ci racconta lo stesso Consoli5. È possibile leggere l’intervista completa qui.

Un laser a elettroni liberi (FEL)

4. Un laser a elettroni liberi (FEL) produce luce laser accelerando elettroni attraverso dei crio-moduli e un wiggler, elemento che li costringe su una traiettoria a zig-zag e li porta a emettere fotoni. Nella foto il FEL installato presso i Jefferson Laboratory, in Virginia, USA. Da jlab.org.

A Bari Giuliano svolge un ruolo da vero e proprio catalizzatore, contribuendo all’apertura della scuola di dottorato in fisica. Uno dei suoi collaboratori, Leonardo Angelini, ci ricorda il ruolo di Preparata nella formazione della scuola teorica di Bari: la sua attività scientifica diventa rapidamente un attrattore irresistibile, in particolare per i più giovani. Essa infatti consentiva alla Fisica Teorica barese di entrare in contatto con le correnti internazionali principali della Fisica delle Particelle. Dei fisici teorici baresi, una decina (quasi tutti) collaborò direttamente con lui. Gli argomenti di ricerca sono sempre concentrati sullo sviluppo della QGD e dell’ACD, un indirizzo di ricerca che non ha poi trovato alcuno sviluppo dopo la morte di Preparata. È lo stesso Angelini che ci spiega le ragioni di questo insuccesso: la ACD non era una risposta del tipo che i fisici preferiscono. Essa infatti dava luogo a grandi difficoltà di calcolo e l’appeal di una teoria fisica sta anche nella capacità di calcolarne le conseguenze in maniera non estremamente complicata. È possibile leggere l’intervista completa qui.

Giuliano inizia anche a lavorare con il gruppo di bioinformatica e biologia molecolare di Cecilia Saccone, collaborazione che durerà fino alla fine della sua carriera. Uno dei membri del gruppo di Saccone, Graziano Pesole, ce ne racconta l’importanza: l’incontro con il professor Preparata fu particolarmente felice e portò all’ideazione del “modello markoviano reversibile” per lo studio dell’evoluzione molecolare. Questo modello, molto avanzato per i tempi, fu il primo a tenere conto della composizione in basi delle sequenze omologhe in esame (ovvero la “stazionarietà”), senza fare assunzioni “a priori” sulla dinamica evolutiva delle sostituzioni tra le basi, i nucleotidi del DNA. Ci dice inoltre che il modello sviluppato con Giuliano è stato il capostipite dei modelli stocastici per lo studio dell’evoluzione molecolare e ha costituito le basi dei modelli apparsi successivamente. È possibile leggere l’intervista completa qui.

Sono i segni della vastità di interessi e della versatilità di Preparata che si avvicina ad altre branche della fisica e della biologia5, spaziando dalle applicazioni dei processi markoviani per lo studio dell’evoluzione molecolare alla materia condensata.

Il periodo milanese e la coerenza elettrodinamica

Nel 1985, dopo dieci anni, finisce la permanenza all’università di Bari e Giuliano viene chiamato all’Università Statale di Milano per tenere il corso di Fisica Nucleare delle Alte Energie. È un momento di svolta per i suoi interessi di ricerca: dopo aver lavorato intensamente nel campo della fisica adronica è l’inizio di un nuovo, ambizioso programma di ricerca che comincia alla fine degli anni ’80 e continua ininterrottamente fino alla fine della sua carriera con l’insostituibile collaborazione di Emilio del Giudice: l’applicazione della coerenza elettrodinamica (CQED, Coherent Quantum Electrodynamics)6 ai problemi della fisica della materia condensata [5].

Quelli che Giuliano chiama i prodigi della coerenza sono fenomeni dei più disparati che, secondo il suo programma, possono trovare un’interpretazione semplice e consistente nell’ambito della CQED. Con i suoi collaboratori pubblica decine di lavori in cui utilizza i risultati della CQED per la spiegazione di fenomeni legati alla superfluidità e alla superconduttività, alle caratteristiche dell’acqua e al laser ad elettroni liberi (FEL, free electron laser, vedi Figura 4).

Inizia in questi anni anche a collaborare con Renzo Alzetta e Giuseppe Liberti dell’Università di Calabria. È lo stesso Renzo Alzetta a raccontarci l’indirizzo di ricerca sviluppato con Preparata: dal 1990 la mia ricerca fu indirizzata allo studio delle dinamiche coerenti in materia condensata e in particolare all’applicazione della teoria del Nucleo Coerente di Giuliano Preparata allo studio dei nuclei atomici con alone, degli ipernuclei e delle collisioni fra ioni pesanti nonrelativistici e relativistici. È possibile leggere l’intervista completa qui.

È invece dalle parole di Liberti che emerge un’immagine del modo di lavorare intenso ed entusiasta di Giuliano: non era facile confrontarsi con lui, ma le ore passate a seguire lo sviluppo dei suoi modelli [...] oppure seduti a guardarlo costruire universi di formule alla lavagna, senza risparmiarsi mai, senza risparmiarti nulla, sono le ore migliori che ho speso nella mia breve e insignificante vita di ricercatore. È possibile leggere l’intervista completa qui.

Supernova SN1987A

5. Immagine di ciò che resta della supernova SN1987A nella Grande Nube di Magellano. Da link2universe.

Gravità e coerenza

Nel 1988 un suo vecchio compagno della Sapienza, Remo Ruffini, lo invita a partecipare al congresso di La Thuile dove Guido Pizzella annuncia i primi entusiasmanti risultati delle misure svolte a Roma dal gruppo di ricerca sulle onde gravitazionali di Edoardo Amaldi. Il clima è di stupore, sembrano essere le prime evidenze sperimentali delle onde gravitazionali, ma resta un problema teorico: secondo le teorie note la sensibilità delle antenne non è tale da consentire la rivelazione di un segnale come quello misurato dal gruppo di Roma, emesso dall’esplosione della supernova SN 1987A mostrata in Figura 5, una stella grande circa venti volte il sole. Lasciamo alle parole dello stesso Guido Pizzella, storico collaboratore di Edoardo Amaldi, il ricordo di questo importante episodio: ricordo che quando Edoardo Amaldi ed io informammo dei nostri risultati, prima della nostra presentazione, Masatoshi Koshiba, direttore dell’esperimento giapponese Kamiokande (e futuro premio Nobel), egli rimase colpito e un po’ stravolto. Sottolinea infatti che ancora oggi i nostri dati sperimentali non sono accettati da una gran parte della comunità scientifica, perché disturbano quella che è la teoria ufficiale delle supernovae (un’unica, grande esplosione) e per la difficoltà di accettare la teoria di Preparata sulla sezione d’urto. Infatti, anche se in un primo momento Giuliano critica la spiegazione proposta da Joe Weber, membro del gruppo di Pizzella, nel 1990 pubblica un articolo in cui giustifica il risultato del gruppo di Roma sulla scorta della coerenza elettrodinamica [6]. È possibile leggere l’intervista completa qui.

Gli interessi di Preparata non si esauriscono nella CQED, ma si rivolgono anche ad altri problemi fondamentali: dapprima con She-Sheng Xue e poi con i suoi laureandi di Milano, Stefano Rovelli e Sergio Cacciatori, scrive alcuni articoli sullo stato fondamentale in gravità quantistica. Inizia poi una collaborazione con Remo Ruffini per lo studio dei jet giganti di raggi gamma (gamma ray bursts) [7]. Sergio Cacciatori, uno dei suoi ultimi laureandi, oggi ricercatore in gravità quantistica all’università dell’Insubria, ci fornisce un affresco di Giuliano nella veste di professore alla Statale di Milano del corso di Fisica Subnucleare delle Alte Energie: aveva una notevole capacità di interessare gli studenti, a lezione si poteva parlare con lui di qualunque argomento di fisica. Mostrava una grandissima passione e mentre spiegava talvolta ci presentava uno dei problemi su cui stava lavorando e ci confidava quale idea gli fosse venuta per cercare di risolverlo. [...] Penso che faccia bene ai giovani leggere buona parte dei suoi lavori, benché spesso vengano considerati eretici. È possibile leggere l’intervista completa qui.

Copertina del Time dell'8 Maggio 1989

6. Copertina del Time dell'8 Maggio 1989, dedicata al sensazionale annuncio di Fleischmann e Pons.

Dalla metà dagli anni ’80 Preparata si allontana quindi dal campo in cui era specializzato, la fisica adronica, e si interessa a molti problemi diversi, visti sempre attraverso la lente della teoria dei campi. Ma non finisce qui. Nel 1989 viene annuciata la scoperta di un fenomeno rivoluzionario e privo di spiegazione teorica: si tratta della fusione fredda, che non può che catturare l’attenzione di Giuliano così come di tutta la comunità scientifica mondiale.

L’enigma della fusione fredda

È il 24 marzo del 1989. Due elettrochimici americani dell’università dello Utah, Martin Fleischmann e Stanley Pons, annunciano al mondo di essere riusciti a sviluppare un processo di fusione a freddo (cold fusion): sembra cioè possibile ottenere l’energia delle stelle senza condizioni estreme di pressione e temperatura [8], ma semplicemente in provetta. Date anche le conseguenze economiche di una simile scoperta, l’effetto dell’annuncio è esplosivo: molti laboratori cercano di riprodurre il fenomeno, si cerca di capire se si tratta di una bufala giornalistica, se i due stimati chimici americani abbiano imprudentemente affrettato delle conclusioni su osservazioni parziali o se si stia davvero aprendo un nuovo campo di ricerca, la cui fisica è tutt’altro che chiara.

Giuliano cerca subito di capire se è possibile dare una spiegazione teorica del fenomeno ed è convinto che gli strumenti per la comprensione di un processo simile vengano ancora una volta dalla CQED. Già nel 1989, insieme a Emilio Del Giudice e Tullio Bressani, pubblica un articolo in cui avanza alcune ipotesi interpretative nell’ambito dei fenomeni di coerenza [9]8.

Già pochi mesi dopo l’annuncio di Fleischmann e Pons, però, iniziano ad arrivare le smentite dai vari laboratori: il fenomeno non è riproducibile e incontra il netto scetticismo della comunità scientifica. Scetticismo che verrà poi interpretato da molti membri della comunità di ricerca sulla fusione fredda come vero e proprio ostracismo e censura. Dunque, da una parte l’annuncio affrettato e sensazionalistico alimenta una naturale diffidenza della comunità scientifica nei confronti del fenomeno, dall’altra la rapidità con cui viene liquidato l’intero indirizzo di ricerca insospettisce quanti credono necessario proseguire gli studi in un settore che, muovendo i primi passi, ha ancora bisogno di formarsi un minimo bagaglio di conoscenze per giungere a dare una spiegazione dei fenomeni osservati. Da una parte la maggioranza della comunità scientifica che definisce il lavoro di Fleischmann e Pons un abbaglio, dall’altra un gruppo di ricercatori eretici che continua a cercare di studiare il fenomeno nei laboratori.

Giuliano Preparata, di formazione fisico teorico, dapprima lavora per dare una spiegazione del processo con la coerenza elettrodinamica, ma poi non si tira indietro davanti alla sfida di svolgere un lavoro di natura sperimentale sulla fusione fredda. A Milano viene aperto con fondi privati un laboratorio di ricerca dedicato (cfr. Video), dove si mette al lavoro con l’ormai inseparabile collaboratore Del Giudice. Questa attività prosegue ai laboratori di Frascati, dove in collaborazione con Antonella De Ninno e Antonio Frattolillo sviluppa un programma di ricerca sulla fusione fredda approvato dall’allora presidente dell’ENEA Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica. L’accoglienza dei lavori sulla fusione fredda è sempre più glaciale e anche il laboratorio di Frascati è destinato a chiudere come quello di Milano.

 

Giuliano, da infaticabile difensore del proprio lavoro e acceso polemista, condanna il peso della diffidenza e dell’emarginazione da quella stessa comunità che nei primi anni della sua carriera l’aveva stimato e riconosciuto. Con l’esperienza nella ricerca sulla fusione fredda il lungo percorso di Giuliano nella fisica si esaurisce, ancora una volta in una direzione originale e controcorrente.

Giuliano Preparata muore a Frascati il 24 aprile del 2000, a soli 58 anni, lasciando dietro di sé più di 400 articoli scientifici su almeno una decina di ambiti diversi della fisica, della biologia, della chimica e della medicina.

Note

  1. Sulla storia della cosiddetta teoria del bootstrap si veda [2].
  2. Il nucleo di un atomo è formato da protoni, elettricamente positivi, e neutroni, privi di carica. Sulla base della sola interazione elettromagnetica il nucleo dell’atomo non potrebbe esistere a causa delle repulsione fra cariche dello stesso segno, i protoni. È l’interazione forte tra i neutroni e protoni che li tiene uniti, permettendo la stabilità dei nuclei atomici.
  3. I protoni e i neutroni non sono particelle fondamentali, ma sono formate da altre particelle più piccole, i quark. La QCD è la teoria comunemente accettata che descrive il loro comportamento.
  4. Per una traduzione in italiano, si veda l’intervista a Giuseppe Liberti.
  5. Un articolo divulgativo sul problema del vuoto in QCD è “Sulle tracce del vuoto“.
  6. L’interesse di Preparata per la biologia non si ferma alla collaborazione col gruppo di Bari, ma contempla anche applicazioni della teoria dei campi in medicina. Si veda ad esempio “The role of QED in medicine“.
  7. Un articolo in italiano e divulgativo sull’argomento è “La sottile differenza tra ordine e coerenza“.
  8. Per un riassunto delle prime teorie sulla fusione fredda si può leggere il seminario di Preparata “Cold fusion: What do the laws of nature allow and forbid“. Una lettura più divulgativa e in italiano è “Il dialogo tra la teoria della coerenza e la fusione fredda“.

Sugli autori

Indaco Biazzo è dottorando in fisica al Politecnico di Torino e si occupa di meccanica statistica e sistemi complessi. Roberto Garra è studente specializzando in geofisica alla Sapienza di Roma e scrive per il sito degli studenti accatagliato.org.

Bibliografia

Interviste:

  • Preparata G., Dai quark ai cristalli. Breve storia di un lungo viaggio dentro la materia. Bollati Boringhieri(2002)
  • Scarpa F. M., Una rivoluzione mancata. Bollati Boringhieri (2008)
  • Preparata G., Weisberger W., Ultraviolet divergences in radiative corrections to weak decays. InPhysical Review, vol. 175 (1965)
  • Preparata G., Szego K., Geometrodynamics for quarks and hadrons: the baryon states. In Physical Review B, vol. 68(239) (1978)
  • Preparata G., QED coherence in matter. World Scientific Publishing (1995)
  • Preparata G., Superradiance effect in a gravitational antenna. In Modern Physics Letters A, vol. 5(1):1-5 (1990)
  • Preparata G., Ruffini R., Xue S.-S., The role of the screen factor in GRBs (2001)
  • Mancini C., Imbrigliare l’energia del Sole. In Accastampato, vol. 2 (2001)
  • Preparata G., Bressani T., Del Giudice E., First steps towards an understanding of cold fusion. InNuovo Cimento A, vol. 101(845) (1989)
  • La storia della fusione fredda: tutto inizia con Fleischmann e Pons

    Scritto da Andrea Pallini

    fleischmann pons

    Questa è la storia di Uomini al servizio degli Uomini. Questa è la storia della Scienza al servizio dell’Uomo. Ma è anche la storia, tristemente ricorsiva, di interessi particolari, dell’ombra di un’aristocrazia plutocratica senza scrupoli, capace di far calare le tenebre su un luminoso futuro possibile. Questa è la storia della fusione fredda.

    Marzo 1989. I giornali titolano: “L’energia del sole è stata 'racchiusa' in una provetta e la produzione di energia illimitata e a basso costo è alle porte”. Gli autori della scoperta erano uno stimatissimo elettrochimico britannico di grande esperienza, Martin Fleischmann ed il suo collaboratore Stanley Pons, anche lui elettrochimico e non erano affatto degli scienziati improvvisati. Martin Fleischmann aveva lavorato per molti anni sugli idruri metallici, ossia dei metalli “particolari” che si imbevono di Idrogeno per poi rilasciarlo al momento opportuno. In breve, la sconcertante scoperta dei due scienziati si basava sull’utilizzo della “Cella Elettrolitica”, più esattamente un contenitore di materiale isolante riempito con deuterio (un isotopo stabile dell'idrogeno il cui nucleo è composto da un protone ed un neutrone) con all’interno un Catodo di palladio collegato al polo negativo di un alimentatore a corrente continua ed un Anodo collegato al polo positivo dello stesso alimentatore.

    Contemporaneamente anche un altro scienziato, un fisico di nome Steven Jones, annunciò di aver ottenuto una reazione nucleare di fusione a bassa temperatura. Anche Jones aveva un brillante curriculum come fisico impegnato nella fusione “muonica”, un tipo particolare di reazione di fusione che utilizza particelle elementari “esotiche”. Quindi, ricapitolando, energia pulita, in grossa quantità e prodotta a costi ridicoli con materiali “da tavolo”.

    È fatta, è la volta buona, è la svolta per il genere umano, niente più combustibili fossili. Ed è proprio questo il punto: il clamore intorno alla notizia è alle stelle, ne parlano tutti, tanto che il Presidente per antonomasia in carica in quel periodo, Bush padre (milionario a quarant’anni grazie al petrolio, prima vice presidente di Reagan e poi 41° Presidente degli Stati Uniti D’America) incaricò il MIT (Massachussetts Institute of Technology) di replicare le prove e di compilare un rapporto.

    Gli esperimenti condotti dal MIT dimostravano che la fusione fredda era in grado di eliminare il fabbisogno sociale degli idrocarburi per la produzione di energia. Ma il professor Deutch, allora Rettore del famoso istituto, dichiarò che si trattava soltanto di una semplice frode. Nel maggio 1995, con grande sorpresa, il neo Presidente Clinton nominò il professor John Deutch Direttore della Central Intelligence Agency, ma nel 1996 l’intelligence statunitense si rese conto che erano in atto pesanti fughe d’informazioni sensibili, di elevato livello di sicurezza.

    Come riportano varie fonti, venne scoperto che Deutch (che successivamente ammise le sue responsabilità) si portava a casa un’enormità di materiali sensibili che analizzava con i suoi personal computer connessi con la rete della Citibank di cui era uno dei dirigenti. Nonostante le indagini dimostrarono inequivocabilmente che con quei computer furono scambiate email con la Russia ed Israele a John Deutch non venne tolto il nulla-osta di sicurezza industriale del Pentagono. Fu costretto a dimettersi da Direttore della CIA e ritornò professore al MIT e consulente delle industrie di armamenti Raytheon Corp., SAIC e altre.

    Un incriminazione per alto tradimento? No, il giorno prima di rimettere il suo mandato il Presidente Clinton concesse a Deutch e ad altre 99 persone il Perdono Presidenziale. In questo giallo non manca niente, neanche le tinte noir: Eugene Mallove - laureato in Scienze presso lo stesso istituto e specializzatosi poi in ingegneria aeronautica e astronautica, docente di giornalismo scientifico sempre al MIT e alla Boston University e caporedattore scientifico all’ufficio informazioni del MIT stesso - scoprì che i test di fusione fredda fatti dal suo istituto avevano chiaramente registrato calore in eccesso, confermando quindi la tesi di Fleishmann e Pons, ma i dati erano stati manipolati prima della pubblicazione per far apparire il contrario.

    Immaginate cosa poteva significare per lo stesso MIT, la conferma che la fusione fredda funzionava: blocco immediato dei finanziamenti miliardari che in quel momento stava ricevendo dal governo per la ricerca sulla fusione calda. Mallove denunciò il caso dedicandosi poi alla ricerca personale nel campo della fusione fredda.

    Nel 2004 Mallove (appena prima di perdere la vita massacrato a bastonate durante un tentativo di furto in casa sua) convince il DoE (Department of Energy, Ministero dell’Energia Statunitense) a rifinanziare la ricerca sulla fusione fredda abbandonata anni prima. Poco prima di questa triste vicenda, Come raccontano M. Torrealta ed E. Del Giudice nel romanzo/inchiesta “Il segreto delle tre pallottole”, Martin Fleishmann scopre di avere centinaia di micro tumori in una parte dell’intestino. Decide quindi di tornare in Inghilterra per sottoporsi ad un’operazione finalizzata a rimuovere il tratto intestinale interessato. Organizza il viaggio ma un imprevisto lo blocca all’aeroporto di S. Francisco.

    Preso alla sprovvista Fleischmann decide di passare la notte in un albergo della stessa città decidendo per il più vicino possibile all’aeroporto. Arriva così alla reception dell’albergo scelto dove viene accolto dal portiere che gli porge la cornetta di un telefono dicendo “Mr. Fleishmann, una telefonata per lei”. All’altro capo del filo c’è Edward Teller(fisico nucleare "padre" della bomba termonucleare, o bomba all'idrogeno, nonché ispiratore, per il suo spiccato militarismo ed eccentricità, della figura del “Dr. Stranamore” dell’omonimo film di S. Kubrik) il quale augura allo stimato scienziato che l’operazione all’intestino riesca nel migliore dei modi.

    Vi lascio immaginare lo stupore di Fleischmann che, ormai senza alcun dubbio, si rende conto di quali tasti delicati è andato a toccare con la sua ricerca. Fortunatamente l’operazione chirurgica riesce perfettamente, tanto che Fleischmann in seguito comincia a lavorare con un nostro vanto scientifico ed umano, il Prof. Giuliano Preparata.

    Qui si apre un altro capitolo poco chiaro, e per le analoghe vicissitudini del Prof. Preparata (che nel 2000 muore a causa di micro tumori all’intestino sic).

    La ricercatrice Antonella de Ninno  racconta come andarono le cose:Sono stata testimone degli avvenimenti fino dal principio di questa vicenda. Nel marzo del 1989 lavoravo già da 2 anni presso il laboratorio di Criogenia dell’ENEA di Frascati con il Prof. Franco Scaramuzzi ed un altro giovane collega ed amico, Antonio Frattolillo. L’annuncio di Fleischmann e Pons ci aveva eccitato e spinto all’idea di tentare di riprodurre quei risultati straordinari. Mettemmo su in pochissimo tempo un esperimento, avvalendoci anche della collaborazione di due altri colleghi, ed ottenemmo quasi subito dei risultati interessanti. Ma quello che accadde subito dopo fu sconcertante: intorno ai nostri risultati venne montato un vero e proprio evento mediatico. L’ENEA convocò una roboante conferenza stampa per annunciare 'la via italiana alla fusione fredda'. Ancora oggi, provo una strana inquietudine, ricordando quei giorni e quella sensazione di disorientamento e di fastidio per il succedersi vorticoso di avvenimenti e per quella forte 'sovraesposizione', tanto del nostro lavoro quanto delle nostre persone. Mi rendevo conto che quella situazione, lungi dall’offrirci una scorciatoia per il successo ed aprirci nuove prospettive per le nostre ricerche, ci stava piuttosto dirottando in un vicolo cieco. Un simile processo di “costruzione” dell’immagine pubblica di un ricercatore, ha due finalità immediate: da un lato isolare lo scienziato dalla comunità scientifica, usualmente molto moralista, che non perdona chi cerca scorciatoie alla normale dialettica, dall’altro legarlo proprio a quel potere che ne ha voluto esaltare l’immagine, rendendolo così manipolabile e facilmente controllabile. Apparve subito chiaro che dietro all’esibizione mediatica, non c’era nessuna reale volontà di far proseguire le attività di ricerca. Mi pare di ricordare che l’ENEA stanziò 100 milioni di lire nel 1989 e poi più nulla. Gli esperimenti erano difficili, scarsamente riproducibili, le teorie troppo complesse… tranne una. Tre fisici italiani, Giuliano Preparata,

       

    Emilio Del Giudice e Tullio Bressani, avevano pubblicato nel maggio 1989 un articolo su una rivista scientifica in cui si davano le basi per una giustificazione teorica della fusione fredda. La spiegazione era quanto mai affascinante ma soprattutto la teoria apparteneva alla più pregiata e rara specie delle teorie fisiche: quelle in grado di fare previsioni! La teoria indicava la via da seguire agli sperimentali per poter riprodurre le condizioni in cui ottenere il fenomeno e risolvere la drammatica questione della scarsa riproducibilità che stava affossando questa ricerca e che neanche Fleischmann sembrava in grado di risolvere definitivamente. [ ] Io ed i miei amici eravamo convinti, come Galileo, che invitare i “nemici” a guardare nel cannocchiale le lune di Giove avrebbe risolto ogni problema: la realizzazione di un esperimento che mostrava la produzione di una quantità anomala di calore proprio nelle condizioni previste dalla teoria doveva essere la prova definitiva per essere riammessi nel corso ufficiale della scienza. Ancora una volta non andò nel modo sperato. Benché l’esperimento, realizzato con la collaborazione diretta di Preparata e Del Giudice, ed il forte incoraggiamento dell’allora Presidente dell’ENEA, Carlo Rubbia, avesse prodotto i risultati sperati fummo, come nel Monopoli, invitati a ricominciare dal via.” Triste, ma non sufficiente a far demordere chi, convinto della bontà di questa ricerca, ha continuato negli anni a dedicarsi alla stessa.

    La storia della fusione fredda: il punto sulla fusione piezonucleare

    Ed eccoci al terzo capitolo sulla storia della fusione fredda o Low Energy Nuclear Reactions(LENR), quello sulla fusione Piezonucleare. Tutta la ricerca recente, e proficua in termini di brevetti, è stata realizzata in Italia da un team di scienziati sia militari che civili – tra i quali ricordiamo i fisici Fabio Cardone del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Roberto Mignani dell’ Università “Roma Tre”, i fisici Walter Perconti, Andrea Petrucci e Giovanni Cherubini e i chimici Francesca Rosetto e Guido Spera – i quali hanno prodotto tutta la documentazione scientifica necessaria sulla quale base il CNR e l’Ansaldo hanno registrato tre brevetti.

    La fusione Piezonucleare prevede il “bombardamento”, per mezzo di ultrasuoni, di cloruro di ferro. Grazie all’elevatissima pressione degli ultrasuoni si da origine ad un processo di cavitazione (lo stesso che avviene sulle pale dell’elica di un motoscafo) che genera delle micro-bolle. Gli atomi di ferro che rimangono “intrappolati” sulla superficie della bolla (per via della tensione superficiale) implodono insieme alla bolla stessa. Questa dinamica permetterebbe ai nucleidi superare la naturale forza di repulsione che naturalmente li respinge e consentirebbe un avvicinamento tale da permettere la fusione nucleare.

    Per inciso, la fusione nucleare che avviene nelle fornaci stellari si genera per via del calore e della pressione presente nei nuclei delle stelle, energie elevatissime che solo in certe condizioni si possono riscontrare. Nella reazione piezonucleare avverrebbe tutto a temperatura ambiente. Almeno questo è ciò che ritengono gli esperti. Nel processo di fusione nucleare viene prodottaenergia in eccesso (primo brevetto per la produzione di energia appunto) con emissione di neutroni ma nessun tipo di radiazioni dannose quali raggi alpha, beta o gamma.

    Se lo stesso processo si applica ad elementi radioattivi, come è stato fatto sul Torio 228, avviene qualcosa che ha dell’incredibile, se non fosse scientificamente provato, e cioè l’elemento radioattivo sottoposto al processo dimezza la sua radioattività 10.000 volte più velocemente – ed ecco il secondo brevetto per il trattamento delle scorie radioattive – tanto che il Torio, che in natura decadrebbe in Radon 222 nel termine di qualche anno, prima di tutto rimane Torio ma con una radioattività dimezzata in soli novanta minuti, il tempo di una partita di calcio insomma. Sbalorditivo.

    Altro aspetto importante è la trasmutazione di elementi (terzo ed ultimo brevetto): in acqua irraggiata con ultrasuoni di opportuna potenza e frequenza si verificano trasmutazioni di elementi, sia stabili che instabili, ed è possibile produrre elementi non presenti in natura come l’ Europio. Gli scienziati hanno prodotto tutta la documentazione scientifica del caso spiegando esattamente cosa avviene durante il processo al nucleo, introducendo una teoria riscontrabile secondo la quale, altra mirabilia, intorno al nucleo si verifica una “deformazione del tessuto spazio-tempo” proprio come avviene nei corpi celesti di grande massa. Anche in questo caso i costi per produrre energia, trattare le scorie e trasmutare elementi sono tendenti al ridicolo rispetto alle potenzialità. Ed anche in questo caso l’interesse intorno alla ricerca ed alle sue applicazioni è praticamente nullo, o quasi. La domanda è sempre la stessa: a chi può dar fastidio questa tecnologia? Anche la risposta è sempre la stessa, potentati dei combustibili fossili e produttori di energia da fissione (che insieme all’energia producono anche le scorie che potrebbero essere trattate grazie al processo di cui sopra). Triste realtà ancora una volta, la possibilità di benessere per l’uomo e per l’ecosistema in cui vive non sfruttata per i vili, meri interessi economici di pochi efferati speculatori.

    Andrea Pallini



    mercoledì 17 aprile 2013

    Brevetto US Navy basato sulla cold fusion

    Piccole squisite soddisfazioni...
    da: Francesco.Celani

    data: 17 aprile 2013 11:11 [ndr N.B. l'ora!] :-)
    oggetto: Brevetto su Fusione Fredda: assegnatario Governo USA. 2° Refeence: F. Celani Fwd: Nuovo brevetto

    Cari Colleghi,

    Vi trasmetto, per opportuna informazione, il testo integrale del brevetto uscito OGGI, dopo ben 7 anni di attesa, il cui assegnatario è il Governo degli USA.

    Link al brevetto della US Navy (Pamela A. Boss et al.): http://www.freepatentsonline.com/8419919.pdf

    Il documento è stato trovato dal Prof. [omissis], Università di [omissis], che ringrazio.
    La reference N° 2 è un Nostro lavoro pubblicato su Fusion Technology nel lontano 1996.
    Commento: Tutto è bene quel che finisce bene....

    Francesco Celani

    Fusione fredda: l’E-cat di Andrea Rossi proprio non piace agli Usa e, dopo il primo no del 2014, il brevetto statunitense viene nuovamente rigettato. Il revisore ha rifiutato la domanda sostenendo che l’invenzione non ha i requisiti di utilità richiesti e che non è innovativa rispetto allo stato dell’arte. In breve Rossi non avrebbe inventato nulla di utile e neppure di nuovo. Ma è così?

    La storia dell’inventore italiano con gli uffici brevetti non è molto felice. L’unico finora che ha accettato la richiesta è quello italiano, il quale ha formalmente accolto la domanda il 6 aprile 2011. Alla richiesta di estensione europea, però, gli esperti dell’ufficio hanno ritenuto che E-cat non soddisfacesse i requisiti richiesti.

    Ma mentre l’Europa segnalò all’inventore la scarsità di dettagli nella descrizione, appellandosi più ad un problema di scrittura che di contenuti, l’Usa ritiene che, nonostante gli elementi siano sufficienti per una valutazione obbiettiva, l’invenzione non sia degna di nota ma soprattutto che non dica nulla di più rispetto alle attuali conoscenze.

    Eppure, finora, nessuno ha mai sostenuto con prove che una tecnologia è in grado di produrre energia in largo eccesso rispetto a quella in ingresso attraverso un meccanismo che induce la fusione di nuclei atomici. Le Lenr, infatti, nonostante siano oggetto di diversi studi, anche brevettati, non sono mai andate oltre i confini di un laboratorio scientifico, per quanto attrezzato.

    Andrea Rossi, d’altronde, non sembra deciso ad arrendersi, e ha già annunciato sul suo blog l’intenzione di procedere con un ricorso legale, salvo poi smorzare i toni sostenendo di avere comunque fiducia nell’ufficio brevetti statunitense. Che le ragioni di fondo siano comunque legate ad una scarsità di dettagli che Rossi non può o non vuole fornire?

    Le motivazioni del rigetto sono disponibili sul sito dell Patent Office degli Usa, effettuando la ricerca dell’Application Number n. 12/736,193.

    Roberta De Carolis

    FUSIONE FREDDA: lo stato dell’arte

    Pubblicato da redazione in Grand Portal 31 agosto 2013 Commenti disabilitati su FUSIONE FREDDA: lo stato dell’arte 2,816 Visite

    Un importante resoconto del prof. Camillo Urbani, fisico e didatta, che con una analisi estremamente equilibrata fa il punto della situazione su una tecnologia che con certezza farà parte di quelle che daranno vita al futuro prossimo della Free Energy: la FUSIONE FREDDA, ribattezzata recentemente con l’acronimo di LENR.

    Mai come ora vale la pena di leggere questa preziosa sintesi, pubblicata sul forum di Altrogiornale, che ci fa sperare, con prudenza ma con molti elementi confortanti, in un prossimo sblocco per il progresso della produzione sostenibile di energia.

    Jervé  

    Il punto della situazione  

    Il LENR (Low Energy Nuclear Reaction) è un termine più tecnico per questa cosiddetta Fusione Fredda.

    Questi effetti sono osservati a temperature convenzionali (60 ° C-1500 ° C), che suggeriscono una origine nucleare, e comunque in alcune occasioni è stata prodotta molta più energia rispetto alla chimica (50 e 1000 volte più di prodotti chimici). Si tratta di qualcosa che è nucleare ma non sembra simile alla fusione nucleare che si trova nelle stelle, oppure la fissione nei reattori nucleari. Nel LERN non vi è quasi nessuna radioattività, nè scorie radioattive, nessuna temperatura stellare …

    Storicamente il LERN è iniziato col nome di “Fusione fredda” intorno al 1989 con Fleischmann & Pons. Gli esperimenti attuali si possono classificare:

    1° elettrolisi di acqua pesante (deuterio), con elettrodi di palladio, impregnati di deuterio …

    2° altri hanno usato acqua pesante o una leggera elettrolisi, con metalli simili al palladio che assorbono l’idrogeno (idruri o resine particolari con una vasta gamma di prodotti). I risultati sono variabili, ma soprattutto sporadici e a seconda dei prodotti.

    3° Una linea sperimentale alternativa è fatta con elettrolisi con notevole corrente per produrre un plasma in acqua. (vedi Iorio-Cirillo e &)

    4° Altri esperimenti sono stati effettuati anche con film metallici permeati da idrogeno o deuterio gas, polveri, fili, spesso riscaldati, elettricamente o indirettamente con diversi centinaia di gradi. (Linea rappresentata da dr. Celani e &)

    5° Altra sperimentazione si ha nella sono-luminescenza con implosione di microbolle prodotte con suono.

    6° La più importante è sicuramente la sperimentazione Piantelli-Focardi potenziata da A.Rossi e altri.

    7° ci sono poi altri fenomeni collegati…

    Alcuni esperimenti fatti nelle prime 6 settimane di sensibilizzazione, del 1989, hanno inizialmente screditato ufficialmente questa metodoliogia, ma poi si è scoperto che in realtà c’è stata una precisa volontà di oscurare o proteggere i dati positivi che pur esistevano, vedi per esempio documento della NASA portato recentemente all’ettenzione dei media da parte di Celani.

    Nella realtà sperimentale pratica, fatta quasi di nascosto da ricercatori indipendenti, ci sono molti esperimenti che non lasciano dubbi ai veri ricercatori più smaliziati, scienziati che non sono disponibili a rimanere nel gioco screditante imposto dalle grosse società e università che della fusione a caldo vivono come finanziamenti.

    Oggi c’è ancora difficoltà a pubblicare su riviste, ma alcuni sono riusciti e la cosa va scemando.

    I risultati sperimentali sono molto variabili, ma si capisce sempre meglio le cause dei fallimenti.

    Gli effetti del LERN dipendono dai reagenti, nel caso classico generazione di calore, il totale dell’energia prodotta a volte supera di diversi ordini di grandezza, quello della chimica, quindi una reazione nucleare rimane l’ultima e l’unica opzione.

    Certo è che quello che accade NON è il nucleare conosciuto e studiato nei banchi di scuola.

    Si trovano e trasmutazioni a dir poco “strane”, con radiazioni di vario tipo, oppure ci sono trasmutazioni o emissione di calore con radiazioni inesistenti!

    La trasmutazioni osservate sono in genere legate alla produzione di calore, mentre la presenza di radiazione (raggi gamma o neutroni, in quantità piccola ma misurabile) sono poco legati al calore in surplus, anzi sembra piuttosto il contrario, cioè quando non c’è produzione di calore compaiono a volte radiazioni streane e assurde, per il nuclearista ortodosso c’è da impazzire,… Alcuni pigroni e ben referenziati preferiscono screditare il tutto e togliersi il problema dalla testa. (Personalmente lo trovo un comportamento veramente antiscientifico che in futuro getterà discredito sulla mia categoria.)

    C’è solo qualche sporadico risultato che rispetta un po’ le conoscenze attuali della fisica nucleare, si tratta della correlazione tra la produzione di elio e calore negli esperimenti classici (palladio-deuterio).

    Quindi, chi si ostina a ragionare sul LERN in base al nucleare classico conosciuto parte con il piede sbagliato.

    Nonostante una migliore comprensione del fenomeno che ha portato a stabilire i livelli di soglia minimi di adsorbimento dell’idrogeno nel Nichel e a stabilire particolari accorgimenti per facilitare tale adsorbimento (leggere correnti trasversali); tra gli esperimenti più collaudati e ripetuti vi è un tasso di successo irregolare, che, solo in alcuni casi, può superare il 50%, se come l’ENEA è possibile controllare lo stato cristallografiche e chimiche del metallo. Alcuni esperimenti (Navy SPAWAR, Nanor) ottenere una perfetta riproducibilità controllando la struttura superficiale del metallo.

     

    LE TEORIE

    Vista l’incredibile variabilità del fenomeno ci sono un centinaio di teorie fatte dai veri ricercatori alternativi, alcune sfidano le teorie esistenti (hydrinos, energia allo zero assoluto, super-gravità …), e altri che si affidano alla solita fisica quantistica, ma assumono meccanismi quantici collettivi, paragonabili a quelli che si trovano nel LASER o nella superconduttività ( Widom-Larsen, Kim-Zubarev, Takahashi, Brillouin, Defkalion, …)

    Le teorie più recenti sono piuttosto conservatrici, io preferisco credere alla teoria “esotica” di Keshe.

    Secondo tale linea di pensiero, di cui per il momento mancano verifiche pubbliche, non si tratterebbe di fusione ma bensì di RIAGREGGAZIONE di un materiale scomposto precedentemente. Per questo troviamo alla fine nuovi elementi sia a destra che a sinistra della tavola periodica degli elementi, prendendo come riferimento la posizione del Nichel (vedi analisi pubblicate da Rossi, Piantelli, e molti altri). La teoria esposta da Keshe prevede che compaiano casualmente raggi gamma, forti campi magnetici, strane differenze di potenziale inspiegabili che consentirebbero di produrre direttamente energia elettrica (cosa citata da alcuni ricercatori) , e… udite… udite…variazioni di peso della cella (ambasciator non porta pena).

    Quando verso la fine dell’esperimento della Defkalion a Milano hanno confermato la presenza dei raggi gamma e soprattutto la PRESENZA DI FORTI CAMPI MAGNETICI confesso che sono sobbalzato. Se trovassero variazioni di peso… sarebbe una previsione azzeccata da parte di Keshe e in fisica questo è MOLTO valutato positivamente.

    La base della teoria la trovate nel mio post del 22 luglio 2013 su altro giornale

    o anche su gradienti.xoom qui

    So che è un azzardo poco scientifico, ma, a pelle, secondo me questa è la miglior teoria delle 100 e passa che ho visto. Vedrò se è il caso di approfondirla.

    Poichè i risultati, pur evidenti, hanno una natura così irregolare da essere inutilizzabili commercialmente (spero che che risulti ovvio a tutti che non può essere messa in commercio una caldaia che funziona a scattì) la ricerca da parte disocietà commerciali è stata scoraggiata in questo settore. Alcune società, come CEA, CNAM, EPRI hanno smesso del tutto il lavoro, ma altri come Toyota, Mitsubishi Heavy Industry, ENEA, la NASA, la Marina degli Stati Uniti SPAWAR, continuato con discrezione e più o meno costantemente …

    I ricercatori che hanno raggiunto livelli interessanti per la commercializzazione come (Miley, Piantelli, Celani, Rossi-Focardi, …) hanno seguito un percorso sperimentale, ignorando volutamente il fatto che la scienza ufficiale negava ciò che poi risultò evidente, coinvolgendo l’idrogeno leggero con il nichel, a temperatura intorno ai 200° e utilizzando materiali nano-strutturati (micron polveri, schiume trattati su scala nanometrica, nanoscala trattati fili) si è riusciti a raggiungere valori di energia in surplus notevoli.

    La densità di energia prodotta con il LENR è enorme e paragonabile a quella osservata per il nucleare. Inoltre i materiali (idrogeno, nichel) sono tra i più comuni sulla terra, e il loro costo è trascurabile.

    Reattori LENR non producono radiazioni significative, e possono essere installati nell’abitazione del consumatore.

    Alla fine siamo riusciti a immaginare di avere LENR caldaie domestiche. Generatori più specifici potrebbero essere installati in città o quartiere, per completare.

    Nei paesi poveri, la fusione fredda potrebbe provocare una rivoluzione. Si può citare ad esempio la desalinizzazione, ma semplicemente servizi di pompaggio, l’inquinamento di bonifica, macchine agricole, il comfort, l’accesso al digitale ….

    Va notato che questo tipo di reattore richiede una infrastruttura modesta, poco costosa. I paesi poveri soffrono in particolare oggi del governo nazionale e le questioni logistiche. Il LENR potrebbe, bypassando i poveri tecnica e politica delle infrastrutture, consentire lo sviluppo al giusto livello di governo locale.

     

    I creatori di reattori e le prospettive industriali.

     

    a) Leonardo Corporation di Andrea Rossi e il suo E-Cat

    Andrea Rossi è un industriale, inventore. Egli è noto per aver creato un processo per trasformare i rifiuti in combustibile, ha creato un’impresa, crollata dopo un cambio di regolamento sugli sprechi e immagazzinaggi di rifiuti, con varie questioni legali. Il processo da lui brevettato sembra essere usato attualmente negli USA. Nel frattempo, aveva proposto al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per sviluppare convertitori termoelettrici più efficienti, con risultati scadenti…

    2010-2011 ha annunciato di aver sviluppato un reattore a fusione fredda a base nichel-idrogeno: la “enrgy-catalizzatore”.

    Non è riuscito ad avere le certificazioni per commerciare una caldaia domestica che lui dice di aver pronta, Rossi ha cambiato quindi la strategia e si è concentrato sulla versione industriale che ha bisogno di meno certificazioni, alla fine ha messo in commercio un grosso generatore di acqua calda a cica 100° da 1 Megawatt di potenza calorica. All’inizio del 2012 ha annunciato che stava sviluppando una versione ad alta temperatura (caldo-Cat, 1000 ° C) del reattore, che sarebbe molto più efficiente. Sperava di produrre così elettricità abbinando una turbina vapore , ma i reattori a 1000° si sono dimostrati troppo instabili e non si riesce ad ottenere un adeguato controllo, tendono a fondere tutto. Ha annunciato inoltre di aver messo a punto una versione a gas, con rendimento 3 volte del riscaldamento a puro gas.

    Il prezzo pubblicizzato in un momento che è stato di circa 1000 € a 10 kW, con una decina di euro per ricarica … il prezzo industriale sarà più alto, ma comparabile. Il suo apparato da 1 megaWatt di potenza è in vendita a circa 1,5 milioni di $ Ma pare che finora solo 2 siano stati venduti. Ci sono domande inquietanti:

    Perchè così pochi sono stati venduti?

    Perchè i compratori sono anonimi?

    Non tutto può essere spiegato con il tentativo di proteggere la proprietà intellettuale della scoperta.

    Andrea Rossi è un personaggio eccentrico che ha fatto annunci roboanti, dimostrazioni pubbliche criticate (ma a mio giudizio sicuramente valide) e a volte nasconde i suoi problemi o successi. A volte fornisce dati sbagliati, per confondere i concorrenti cambia idea … .

    Tutto questo dà un’immagine incerta e la credibilità del personaggio è ridotta. Ovviamente potrebbe trattarsi di un eccesso di difesa della proprietà d’invenzione.

    A suo favore resta il fatto che egli ha dei partner in tutto il mondo che gli credono perché hanno assistito di persona alle dimostrazioni private.

    La “Prometeon”, è il partner italiano, che fa capo a Aldo Proia. Questo esecutivo ha un profilo serio (un ex project manager per progetti di energia solare) sembra supportata da investitori seri che, secondo alcuni, può essere il gruppo Cipriani (senza prove definitive, devo ammettere). La sua intervista conferma il lato estroso di Rossi, ma anche chiaramente che nasconde il suo successo, e che il suo reattore funziona molto bene. Fino a poco tempo fa era assieme al Prof. Focardi una seria garanzia di Rossi, una buona garanzia, quando si legge la sua carriera.

    Nel 2012-2013 i reattori E-cat sono stati testati da un team svedese indipendente, finanziato da Elforsk. Ovviamente ci sono i soliti buontemponi (o in malafede) che immaginano trucchi, a giudizio dei ricercatori accorti e preparati questi individui sono considerati come “piccoli pagliacci” insignificanti, le loro argomentazioni da sedicenti “maghi” o “prestigiatori” possono avere presa solo su menti poco preparate che non conoscono l’ambito scientifico e non sanno valutare i dati scientifici. Però, se questi incompetenti sono blasonati possono far perdere di credibilità e intorbidare stupidamente le acque.

     

    b) Defkalion Green Technology

    Questa società è stata fondata da espatriati investitori greci, ora a Vancouver, Canada, essa era originariamente destinata ad operare su licenza di Rossi di E-cat. Inizialmente professor Stremmenos, amici di Rossi, l’ambasciatore greco in Italia avevano presentato alcuni esponenti politici importanti come Papaandreou. Ma dopo i primi contatti e le prime riunioni con i test positivi, su consiglio di alcuni scienziati imbevuti di teoria ufficiale, i politici hanno abbandonato l’idea e i finanziamenti. (d’altra parte più lo scienziato è blasonato più sarà coerente con l’ufficialità conosciuta e pur essendo assolutamente incompetente nel campo LERN darà comunque un parere altisonante che non potrà che essere contrario; è ovvio in base al conosciuto il LERN è una sciocchezza non può esistere.) Poche settimane più tardi, Alexandros Xanthoulis, greco economista va a Vancouver, fornito con vari investitori per operare una licenza di E-cat … Rossi ha promesso la licenza canadese, ma egli non cessa di denigrare Defkalion, assieme a Piantelli un altro concorrente, tenete presente che il Prof. Piantelli è indiscutibilmente il vero padre del sistema LERN nichel-idrogeno,

    Il team Defkalion ha testato vari metodi, alcuni simili a quelli di Rossi (pare che il catalizzatore sia lo stesso), ma alla fine solo un metodo sembra consentire un buon controllo, esso consiste nella produzione di un plasma d’idrogeno utilizzando una scintilla elettrica in un reattore contenente idrogeno e una schiuma di nichel. (il plasma si genera separando dalla molecola biatomica H2 i due idrogeni ed ionizzandoli allontanando l’elettrone dal protone) Fine di novembre 2011, Defkalion ha annunciato un prototipo e specifiche preliminari.

    La Potenza del reattore è di 45kW per circa 5000 €, e qualche centinaio di euro per la manutenzione annuale.

    Le discussioni con gli sviluppatori sul loro forum da l’idea di ingegneri competenti. Alexandros comunicazione Xanthoulis lascia anche una sensazione di entusiasmo, in contrasto con il suo stile, ovviamente, molto “aziendale”.

    Nel gennaio 2012 hanno annunciato una richiesta di test da parte di terzi, che porterebbe ad un risultato decisivo.

    Ma le cose sono state ritardate. In estate, durante i National Instruments annuali 2012 e ICCF17 hanno presentato un documento che descrive i loro risultati, alcune trasmutazioni, contorno dei loro metodi, ma non ancora i risultati di terze parti. Hanno anche spiegato che avevano problemi di durata con spark-plugs che spiegavano alcuni ritardi. Essi hanno inoltre discusso circa 6 brevetti..

    Hanno anche annunciato che i loro partner si rifiutarono di lavorare con loro in Grecia a causa del crollo del paese, e si muovevano in Canada a Vancouver.

    Nel novembre 2012 hanno pubblicato un rapporto di anonimi, diretto da Michael A. Nelson, ricercatore della NASA, che lavora qui per una organizzazione di energia alternativa.

    Peter Gluck, ha pubblicato un’intervista a Yeong E. Kim di Purdue, dove sostengono di aver incontrato Defkalion, visto una demo, discusso circa le rispettive teoria posizione teorica, e dove si mostra l’intenzione di collaborare.

    A questo punto un grosso ricercatore italiano Franco Cappiello con due laure ingegnere e fisico, docente di fisica quantistica si interessa alla cosa e, dopo gli ovvi accertamenti, prende in mano la supervisione della zona europea.

     

    CEO Mose srl, Defkalion Europa srl

    febbraio 2010 – Presente (3 anni 7 mesi) Milano, Italia

    Mose è una società che si e sempre occupata di energie INNOVATIVE, il termine “rinnovabile” è un termine ormai obsoleto, alla fine del 2012 Defkalion Europa è ufficialmente arrivata in Italia, Defkalion Europa è una Società i cui soci sono: Mose srl e Defkalion Canada ltd, Defkalion Europa si occuperà della ricerca e dello sviluppo Applicativo industriale della tecnologia Defkalion

    Franco Cappiello è personaggio serio e ben accreditato, sicuramente se si è mosso significa che ha verificato personalmente la cosa. Pertanto il Tim Defkalion si arricchisce di personaggi competenti e di grandi capacità. E’ proprio il prof. Cappiello che decide di organizzare la migliore dimostrazione del LERN finora vista.

    Egli sceglie come sede la sua Milano dove abita e il 22-23 luglio c’è una manifestazione pubblica in diretta. A dire il vero Cappiello compare poco nei filmati, lo si vede solo all’inizzio della prima rappresentaziine mentre a sinistra entra tranquillo gustandosi un gelato con aria dinoccolata.

    La dimostrazione è stata fatta nel loro laboratorio, con i loro strumenti, ma con materiale ben visibile e conosciuto, consentendo agli osservatori di guardare e toccare e testare le precisioni degli strumenti liberamente.

    Mentre la prima parte della dimostrazione fatta il 22 luglio risultò superficiale e poco interessante, la seconda parte del 23 luglio risultò decisamente molto più convincente e chiara.

    Ovviamente 8 ore di diretta per i non competenti potrà essere sembrata lunga e noiosa, ma in realtà il tutto è stato molto esaustivo.

    Il successo a carattere mondiale è stato notevole con radio collegate in diretta, all’università americana di Columbia seguirono l’evento 200 fisici ricercatori. Ci furono 3000 osservatori collegati.

    Cosa dire… Per i detrattori è stata sicuramente dura da digerire. Non resta loro che aggrapparsi a qualche lacuna, qualche carenza da esaltare come importante, mentre ai fini pratici non conta niente in quanto ha ordini di grandezza decisamente trascurabili, ovviamente può far presa solo su chi non è competente ci sono molti per i quali lo joule o il kWh sono la stessa cosa. e magari fanno i critici meticolosi, del tipo: non credo perché non è in commercio.

    Come detto da Luca Gamberale, il test non era definitivo, ha appena mostrato il comportamento aperto e fiducioso nel loro prodotto da parte dei Defkalioni. Tuttavia (on LENR-forum), alcuni osservatori, prendendo la posizione ottimistica, assumendo equo esperimento.

    Il miglior risultato è stato dato dal fatto che il vapore era 150° C, a questa temperatura solo un grosso ignorante può sospettare che contenga acqua non vaporizzata.

    Questo non dovrebbe essere assunto come provata ufficiale, ma solo perché l’ufficialità ha dei requisiti specifici. E’ un po’ come se un atleta negli allenamenti avesse battuto il recod mondiale dei cento metri, certo non è ufficiale ma… è da stupidi pensare che quel corridore sia un brocco. Il test, a seconda delle opzioni di pregiudizi e prese (ottimista, paranoico, conservatore), può essere interpretato come prova vera o di frode. Il test in programma per settembre dovrebbe chiudere la maggior parte delle opzioni che, a mio avviso, sono solo insignificanti dettagli.

    All’inizio di agosto, i Defklalion sono stati intervistati da ToVima.gr giornale e hanno annunciato che si preparano ad andare pubblico sul Toronto Stock Exchange per la metà di ottobre 2013. Essi dovranno rivelare il nome dei loro partner, licenziatari, e probabilmente i risultati di test di terze parti.

     

    c) Brillouin Corporation

    Brillouin Corporation è diretto da Robert Godes. Hanno annunciato la creazione di un reattore basato su una teoria (utilizzando le “zone di Brillouin”) sviluppati da Godes. Il loro primo reattore, bagnato, è stato convalidato dal SRI con prestazioni indiscutibile (“100%”), ma ancora non utilizzabile “. Lavorano con la SRI, un centro di ricerca senza scopo di lucro volta a sviluppare l’industria locale intorno a Stanford, che ha fatto i test. Essi sviluppare un nuovo reattore “a secco”, con prestazioni migliori.

    Godes è abbastanza critica su Rossi e Defkalion, che ha accusato di non capire come attivare la reazione. Dice che la sua teoria gli dà la capacità di controllare la reazione a volontà.

    Questa società è meno loquace di altri, ma sembra sulla buona strada per competere con i due precedenti.

     

    d) La BlackLight Power

    BlackLight Power è una società che mira a sviluppare reattori che utilizzano la teoria di Mills “hydrinos”. Questa teoria è molto controversa perché sfida la fisica attuale.

    Essi hanno recentemente annunciato riuscito a sviluppare reattori hydrinos producono direttamente energia elettrica senza conversione termodinamica. Il dispositivo è stato discusso in relazioni di alcuni singoli ricercatori che hanno osservato e confermare che funziona.

    La conversione elettrica diretta è una grande speranza, ma il fatto che questo fenomeno non è stato riprodotto da altri può lasciare noi scettici. È necessaria molta cautela prima viene presentata una chiara evidenza.

     

    e) La Lenuco

    Lenuco è una società creata per commercializzare la tecnologia Dr. Miley. La sua prima applicazione è la sostituzione del generatore di radioisotopi di veicoli spaziali per la NASA.

    Lenuco da allora ha applicato al finanziamento ARPA-E per una casa 10kW co-generatore, ma non è riuscito.

     

    f) La Jet Energy

    La Jet Energy è una società che sta cercando di commercializzare il professor Hagelstein Nanor. Durante ICCF17 hanno spiegato l’importanza di questo piccolo dispositivo delle dimensioni di una resistenza, in grado di produrre 10 volte più energia di quanta ne riceve (40-80 è stato rivendicato in seguito nel gennaio 2013 durante i corsi di IAP del MIT), per i laboratori che cercano di capire e validare la fusione fredda.

     

    g) La Nichenergy

    La Nichenergy è una società creata da Piantelli di vendere la tecnologia del reattore Nichel-Idrogeno, basato sul suo lavoro. Abbiamo poche informazioni.

    Un brevetto di Piantelli, recentemente concesso per un reattore utilizzando polvere di nichel, ha attirato le critiche di Rossi e dei suoi amici Stremmenos.

     

    h) La Etiam Oy

    Etiam Oy è una piccola azienda discreta , che ha depositato un brevetto alla fine del 2011, che è stato concesso estate 2013 . Questo brevetto sembra serio, e l’inventore avere un curriculum interessante in R & S. Brevetto non è una prova, ma Etiam Oy (alias Etiam Inc.) potrebbe sorprenderci.

     

    i) Robert Duncan, Università del Missouri e Energetics Technologies

    Robert Duncan un boss della University of Missouri aveva accettato di competenza per conto di CNBC e il suo spettacolo “60 minuti”, le pretese di fusione fredda di una società israeliana: “. Energetics Technologies”

    Inizialmente scettico, è diventato da un attivo sostenitore.

    La prossima conferenza sulla fusione fredda (ICCF18) si terrà nella sua università.

    Da allora l’attività di brevetti LENR e Energetica Technologies è stata acquisita da l’università, che prosegue gli sviluppi in-house.

    ICCF18 è sponsorizzato da ENEA ans National Instrument. 

    Camillo Urbani